© Copyright – Architetti nella Cooperazione e Solidarietà | Cookie e Privacy Policy
“Costruire con poco e per molti, si può” Shigeru Ban
Padre morale di questa disciplina è l’architetto egiziano Hassan Fathy. Durante tutto l’arco della sua vita ha lavorato progettando case per i poveri nei paesi in via di sviluppo, con il minimo costo possibile per sostenere l’economia e migliorare gli standard di vita nelle aree rurali.
Il suo libro Architecture for the poor ha contribuito a fissare questa utopia coniugando la progettazione partecipata alla riscoperta dei materiali e delle tecniche della tradizione.
Tre degli ultimi quattro Pritzker, il più importante riconoscimento internazionale per l’Architettura, sono stati assegnati ad architetti fortemente impegnati nel sociale e nell’umanitario: Shigeru Ban, Balkrishna Doshi, Alejandro Aravena e Diébédo Francis Kéré.
Ma oltre a queste “archistar”, la vera architettura umanitaria vede da sempre l’esperienza di un grande numero di architetti “dei poveri” che non fanno notizia e che coniugano l’arte del costruire semplice con l’idea della solidarietà.
L’altra faccia dell’architettura propone innovazione e empatia non limitate alla logica del profitto, ma usate per affrontare cause umanitarie.
Una esperienza fortemente presente in centro e sud America: Los viviendistas, il CYTED, Victor Pelli, Carlos Gonzalez Lobo, il caso di “favela bairro” in Brasile.
In Italia, i padri sono certamente da ricondurre a ONG storiche come Africa ’70 e all’architetto Fabrizio Carola, recentemente scomparso, attivo in Africa, insignito nel 2008 del Global Award for Sustainable Architecture a Parigi e nel 2011 del premio Vassilis Sgoutas, attribuito dall’Unione Internazionale degli Architetti (UIA) a progettisti impegnati nella realizzazione di opere in luoghi in condizioni di scarsità, volte a migliorare la qualità di vita delle comunità più svantaggiate, seguendo i principi di sostenibilità.
Oggi una pattuglia di architetti di eccellenza, per impegno sociale e qualità della progettazione, assicura un valore di rilievo dell’Italia presidiando con tenacia e purtroppo ancora solo una minima parte, del lavoro che viene svolto quotidianamente nell’ambito dei grossi progetti gestiti dalle Agenzie.